La BancaStato non è assimilabile ad una qualsiasi altra banca e non va quindi valutata sulla base del criterio della massimizzazione del profitto.
Essa è stata voluta come strumento essenziale di servizio pubblico (raccolta e garanzia del risparmio) e della politica cantonale (promovimento economico). Tale deve rimanere, senza velleità di privatizzazione o di semiprivatizziazione, neppure in una conduzione manageriale ambigua, com’è capitato negli ultimi tempi, con decisioni che si sono rivelate improprie rispetto ai veri scopi della banca e scriteriate rispetto ai rischi che si assumevano (v. politica di investimenti azzardata e non funzionale ai criteri di conoscenza e prudenza, l’ acquisizione di Axion Bank per la gestione del private banking perseguita contro ogni considerazione di opportunità finanziaria e politica, assetto dirigenziale mantenuto e sovraretribuito nonostante la sua manifesta incapacità, le troppe evidenti negligenze o omissioni del consiglio di amministrazione e della Commissione gran consigliare di controllo sul mandato pubblico, la quale, comunque, si lamenta per la scarsa collaborazione e l’eccessiva reticenza degli organi di BancaStato). L’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha avuto modo di esprimersi più di una volta sui motivi irrinunciabili di un servizio pubblico come BancaStato, formulando anche critiche per una conduzione o per decisioni che riteneva inappropriate rispetto alle finalità assegnate alla banca dalla legge (v. il sito : www.associazioneserviziopubblico.ch). In un momento economico-finanziario particolarmente problematico e incerto l’Associazione ritiene opportuno di tornare a far presente l’importanza fondamentale di Banca Stato come garanzia della gestione del risparmio ticinese affidatole, pur ottemperando all’obbligo di una sana redditività, e alla sua più attiva presenza come protagonista nelle scelte di investimento e di sviluppo economico del cantone, che non possono essere ovviamente limitate alla concessione di crediti ipotecari per l’edilizia. L’Associazione chiede pure, in particolare, che la Banca presti maggiore attenzione alla preparazione e alla formazione continua del personale, che promuova più efficaci e creativi rapporti con altre due istituzioni fondamentali come l’Usi e la Supsi, che cerchi e quindi entri con partecipazione più diretta e costruttiva in ogni progetto innovativo , qualificante e possibile fonte di maggior valore aggiunto per l’economia ticinese, che gli utili realizzati non siano semplicemente fiscalizzati (trasferimento alla cassa cantonale) ma piuttosto finalizzati alla crescita sostenibile del cantone. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale che le procedure e i criteri di scelta del personale dirigente, così come dei componenti del Consiglio di Amministrazione si conformino all’obiettivo della qualità e della competenza delle persone, contemporaneamente alla loro adesione alle finalità della Banca, indicate dal suo statuto. Criteri di scelta non rispettate per esempio in occasione della recente nomina di un membro del Consiglio di amministrazione in totale divergenza con il parere della Finma.