L’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha preso atto, con preoccupazione, che l’UDC e alcuni deputati di altri partiti, negli scorsi giorni hanno lanciato un’iniziativa popolare per ridurre gli effettivi dell’amministrazione cantonale ticinese.

Nelle scorse settimane il Consiglio di Stato ha presentato il preventivo per il prossimo anno. Esso sarà sottoposto al Gran Consiglio nella sessione del mese di dicembre. L’Associazione per la difesa del servizio pubblico esprime viva preoccupazione per le scelte effettuate dal nostro Governo.

L’ente pubblico (Confederazione, cantone, comune) spesso è alla ricerca di nuove soluzioni per gestire particolari settori e a volte è tentato di fare scelte che sembrano più affascinanti rispetto a quelle tradizionali, ossia la gestione diretta da parte dell’esecutivo (CF, CdS, municipio), sotto il controllo del legislativo (Camere federali, GC, consiglio comunale).

Alcune attività della Posta legate al mandato di servizio universale sono sempre state deficitarie. Garantire una rete capillare, una distribuzione di lettere, pacchi e giornali anche due volte al giorno in tutte le regioni non poteva e non può essere redditizio. Ma ciò non era un problema.

Negli “obiettivi strategici” delle Ferrovie federali svizzere per gli anni da 2019 a 2022, il Consiglio federale scrive: “Le FFS sviluppano e forniscono soluzioni di mobilità attrattive, sicure, puntuali e di qualità per la clientela del traffico viaggiatori e merci; in questo modo esse garantiscono un trasporto pubblico accessibile e conviviale”.

La realtà è molto diversa. Gli utenti assistono, purtroppo, a un peggioramento delle prestazioni.

Peggiorano il servizio pubblico e penalizzano il personale