L’Associazione per la difesa del servizio pubblico invita i cittadini a bocciare la proposta di abolire l’imposta preventiva che colpisce con un tasso del 35% i guadagni derivanti da investimenti e risparmi. La soppressione non riguarda però le persone fisiche, che continueranno a pagare il 35% sugli interessi maturati sui loro conti risparmio. La soppressione riguarda solo le banche, in particolare in occasione di emissioni di obbligazioni. Secondo il Consiglio federale questa imposta mette le banche svizzere in una situazione di inferiorità rispetto alle banche degli altri paesi, in particolare Singapore, Corea del Sud, USA e Regno Unito. L’abolizione della tassa, sempre secondo il Consiglio federale, dovrebbe permettere la creazione nel nostro paese di nuovi posti di lavoro.
Il comitato referendario ricorda invece che l’imposta preventiva è un deterrente importante all’evasione fiscale, poiché colpisce i redditi non dichiarati e comporterebbe una perdita di 800 milioni per la Confederazione.
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico, da parte sua, ricorda che non è la prima volta che il Consiglio federale propone la soppressione di tasse che colpiscono prevalentemente il mondo finanziario, in particolare i grandi investitori. È già successo, ad esempio con la proposta di sopprimere la tassa di bollo che avrebbe causato la perdita di 250 milioni all’anno per la Confederazione. Proposta bocciata in votazione popolare il 13 febbraio 2022 con il 62.7% dei voti.
L’ASP auspica che anche in questa occasione i cittadini respingano questo nuovo ingiustificato regalo a chi non ne ha bisogno, indebolendo nel contempo la forza finanziaria della Confederazione.
Bellinzona, 1° settembre 2022