Quale sarà stata la posizione del Governo ticinese?
L’ASP auspica che il parlamento respinga questa nuova proposta contro gli interessi dei cittadini. Eviterebbe un referendum, già annunciato. E una sconfitta certa, a giudizio dell’ASP, per il Consiglio federale.
Lo scorso mese di giugno il Consiglio federale ha messo in consultazione presso i Cantoni la proposta di privatizzare Postfinance, il colosso svizzero del traffico dei pagamenti, appartenente alla Posta. Un’azienda pubblica che potrebbe essere indirizzata come banca al servizio dell’ecologia ed in particolare della lotta contro il riscaldamento del pianeta.
In quell’occasione, l’Associazione per la difesa del servizio pubblico aveva espresso un parere negativo. Tutte le esperienze di privatizzazioni, per esempio delle Poste e delle ferrovie, sono state nefaste, sia per gli utenti, sia per il personale degli enti stessi. L’ASP aveva pure formulato un appello al Consiglio di Stato del nostro cantone, affinché esprimesse un parere negativo. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta da parte del CdS e quindi non conosciamo i contenuti della sua presa di posizione.
Negli scorsi giorni il Consiglio federale ha comunque deciso di proporre al parlamento la privatizzazione di Postfinance. Le motivazioni sono sempre le stesse. Considerazioni vaghe riguardo la concorrenza. In realtà una privatizzazione accentuerebbe gli aspetti finanziari, a scapito della qualità del servizio ai cittadini. E gli utili non sarebbero più versati alla Confederazione, bensì ai nuovi proprietari, ossia a potenti gruppi finanziari.
L’ASP auspica che il parlamento respinga questa nuova proposta contro gli interessi dei cittadini. Eviterebbe un referendum, già annunciato. E una sconfitta certa, a giudizio dell’ASP, per il Consiglio federale.
Bellinzona, 22 gennaio 2021