L’ente pubblico (Confederazione, cantone, comune) spesso è alla ricerca di nuove soluzioni per gestire particolari settori e a volte è tentato di fare scelte che sembrano più affascinanti rispetto a quelle tradizionali, ossia la gestione diretta da parte dell’esecutivo (CF, CdS, municipio), sotto il controllo del legislativo (Camere federali, GC, consiglio comunale).
Qualche volta la soluzione è estrema, come quella della costituzione di una società anonima. È il caso della Posta. Altre volte si istituiscono enti autonomi. Sono le esternalizzazioni. Lo scopo consisterebbe nel dare più autonomia al responsabile del servizio perché si ritiene che possa gestire con più efficacia l’unità di sua competenza. Un contratto definisce gli scopi e gli impegni reciproci tra l’ente pubblico e l’entità autonoma.
Questo modello, apparentemente affascinante, presenta molti pericoli:
- riduce il controllo democratico: l’ente pubblico decide soltanto la strategia e non può intervenire nella gestione quotidiana. È noto che il modo in cui una decisione viene applicata è spesso determinante per il destinatario e quindi, la rinuncia volontaria a svolgere determinati compiti riveste un’importanza capitale, poiché priva l’ente pubblico e quindi la collettività delle possibilità di intervento;
- i controlli sono complessi, burocratici e inefficienti. Il conferimento di mandati a terzi comporta la necessità di adottare specifici controlli sulla base di indicatori di performances, ossia dei risultati ottenuti; la realizzazione degli obiettivi non è garantita e un intervento dell’ente pubblico non è possibile fino alla scadenza del mandato (di solito diversi anni);
- a dipendenza del tipo di esternalizzazione (è il caso della SA, ma non solo), le procedure giuridiche sono più complesse. In caso di contestazione da parte di un cliente sarebbe applicabile il diritto civile e non più quello amministrativo. Per il cittadino sarebbe un peggioramento poiché sarebbe costretto, in molti casi, a ricorrere a un legale.
Molti esempi a livello federale, cantonale e comunale dimostrano che questi modelli suscitano molti problemi. Lo vediamo, ad esempio, in questo momento nel settore della distribuzione di energia. I cittadini dei comuni in cui le aziende di distribuzione sono state “autonomizzate” hanno subito i maggiori aumenti dei prezzi ed è arduo trovare un rimedio. A livello federale, la Posta sta chiudendo centinaia di uffici postali, malgrado le proteste di comuni e cantoni. L’esternalizzazione fa parte degli strumenti del New public management, tristemente famoso per aver promosso molte privatizzazioni di servizi pubblici. Con l’esternalizzazione, la figura democratica del cittadino, portatore di un insieme di diritti e di doveri, verrebbe sostituita con quella del cliente, ossia con un individuo desideroso di acquisire beni e servizi su diversi mercati, in funzione del suo potere di acquisto.
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico ritiene quindi che le attività di interesse pubblico non devono essere esternalizzate in nessun modo.
Bellinzona, 21 novembre 2024