Prefazione al materiale preparatorio
Giornata di studio su una Cassa malati unica
30.08.2025
Nell’organizzare la giornata di studio, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei partecipanti del materiale per prepararsi alle conferenze e soprattutto alla discussione dei diversi contributi, che speriamo viva e arricchente, anche da parte di chi non ha opinioni vicine alle nostre.
Le diapositive di Luca Crivelli, e il testo del suo quasi omonimo ed ex-collega Riccardo Crivelli offrono un riassunto chiaro e profondo delle criticità del nostro sistema sanitario. Dal mio punto di vista di medico interessato al benessere dei Pazienti in senso largo, che vedo spesso soffrire sotto una pressione economica difficilmente sopportabile e che accentua il peso della malattia, qualche elemento è risaltato in modo particolare.
Nelle diapositive di Luca Crivelli, già presentate alla giornata del PS “Cara Salute, quanto ci costi” dello scorso maggio, la diapositiva N° 2 di mostra l’evoluzione annua nell’ultimo quarto di secolo (1996 - 2022) dei costi LAMAL (+3,5% annuo) e del sistema sanitario (+2.6%) raffrontati al PIL (+1,6) e ai salari (+1.1%). Le curve mettono in luce la situazione di “mercato imperfetto” sia della nostra società in generale, che va verso una distribuzione sempre più ineguale della ricchezza, ma soprattutto del sistema sanitario. Difficile sostenere che il sistema ha bisogno di meno regole, come la corrente liberista propone. La diapositiva N° 3 sulla distribuzione dei costi mostra, semplificando, una notevole solidarietà tra una maggioranza di sani che pagano per una minoranza di malati, solidarietà che invece non ritroviamo (per i costi LAMAL) tra ricchi e poveri, perché tutti pagano i premi in modo non proporzionale, quando sappiamo anche che i più poveri sotto-utilizzano il sistema (almeno la parte diagnostica-preventiva) a causa del meccanismo della franchigia più alta. Luca Crivelli approfondirà questi punti e ne aggiungerà altri di grande interesse, a conferma del suo ruolo tra i massimi esperti della questione, non solo in Ticino.
Il testo Pecunia non curat di Riccardo Crivelli, e la sua nuova introduzione, vanno letti di slancio e nella loro totalità. Riprendono i diversi aspetti economici del sistema sanitario in maniera documentata ma snella e leggibile, e sarà difficile trovare un riassunto più fattuale ed efficace dei problemi. Il testo non propone soluzioni immediate, ma apre a riflessioni che vanno ben oltre questa giornata di studio: in particolare sul ruolo che abbiamo delegato - o lasciato prendere, per ignavia - al mercato come principale regolatore degli interessi in gioco. Basterà vedere quanto dista la realtà che viviamo dallo scenario rassicurante dipinto dal Consiglio federale in preparazione alla votazione EFAS dello scorso anno, ripreso nell’introduzione. Un mercato-piazza per il quale è sempre più chiaro come non sia in grado di risolvere i problemi più importanti della nostra società, e non solo quelli del sistema sanitario.
E se cambiassimo radicalmente di sistema? Se si arrivasse a pensare che non è legittimo trarre profitto – tantomeno senza lavoro, come è il caso dell’azionariato delle compagnie farmaceutiche o degli attori privati del sistema – dalla salute dei cittadini, come non lo è per le scuole, le carceri, l’ordine pubblico, insomma da tutti i beni comuni e i bisogni fondamentali dei quali il sistema sanitario è una parte importante? Il dogma che ci viene ripetuto è che senza profitto non c’è innovazione, resiste davvero alla verifica dei fatti? In un mondo dove la ricerca fondamentale è sostanzialmente finanziata dal settore pubblico, dove le compagnie farmaceutiche spendono più in brevetti, protezione legale e marketing che in ricerca? E dove scarseggiano farmaci di provata efficacia e sicura necessità perché non abbastanza redditizi, dove larghe fette della popolazione non possono usufruire di reali progressi scientifici perché la loro messa a disposizione deve rispondere alla logica del maggior guadagno? E che peso avrebbero i supposti svantaggi di una vera nazionalizzazione del Sistema sanitario rispetto ai vantaggi di una più regolata messa a disposizione delle risorse secondo i bisogni, su criteri provati di efficacia, che per fortuna nella medicina moderna sappiamo valutare?
Mi auguro che, su queste linee più radicali, la riflessione su una cassa malati unica - primo passo verso un sistema sanitario più sostenibile e in ogni caso più equo - possa continuare ed ispirare gli altri cantieri che abbiamo aperti davanti a noi.
Pietro Majno-Hurst,
Brissago, 14.07.2025