RELAZIONE ASSEMBLEA ADSP 5.10.2021

L’assemblea di quest’anno è caratterizzata dal cambiamento di presidenza: motivato da valide ragioni. Ho infatti preso la guida dell’ASP, succedendo ad Argante Righetti, fondatore della nostra associazione, e uomo politico validissimo, già autorevole membro del governo ticinese. Tredici anni sono tanti. Inoltre, ho voluto considerare quella che definisco una“ decenza anagrafica “, in virtù della quale, a una certa età, è un impegno morale quello di lasciare il posto a forze nuove, con idee più consone ai tempi che mutano. Non lascio a cuor leggero, giacché mi sono trovato bene alla testa dell’ASP, ma sorretto dalla convinzione di aver compiuto un buon lavoro, grazie soprattutto alla collaborazione che ho trovato nel Comitato.

La nozione di servizio pubblico

  • Ho assunto la presidenza riflettendo a quello che significa “ Servizio pubblico “ (SP) e come si potesse collaborare nel modo migliore al suo funzionamento.
  • Il SP si identifica con lo Stato nei suoi 3 livelli, come risultanti dalla nascita dello Stato federale nel 1848, e cioè federale, cantonale e comunale. Esso è un organo dello Stato, e perciò la difesa del SP coincide con la difesa dello Stato.
  • In effetti il SP si è affermato, nella concezione moderna, nel XIX secolo: un’epoca che vide la nascita e lo sviluppo delle due Regie federali: posta e ferrovia. Due istituzioni che diedero un fondamentale contributo alla coesione nazionale. In pari tempo, si affermò la funzione sociale del SP: a usufruire delle sue prestazioni furono in primo luogo i ceti più deboli.
  • Il SP va pure inteso come simbolo del buon funzionamento dello Stato, al quale deve appartenere, perché di interesse generale.
  • Con questo presupposto ho preso la presidenza nel 2008.


Ente pubblico contro meno-stato

Gli anni ’70 del secolo scorso hanno registrato un’ ondata meno-statista e di privatizzazioni (iniziatori Reagan negli USA e la Thatcher in Gran Bretagna) contro il Welfare, nato dopo la fine della II guerra, quale reazione alle miserie che il conflitto aveva causato, e che si affermò grazie a una politica di attenzione alle classi più deboli e di interventi finanziari, attuata praticamente da tutti gli Stati dell’occidente. A causa del maggior intervento dello Stato nell’ambito di una politica sociale, la reazione delle classi privilegiate e dei loro leader politici si diffuse presto in tutti i paesi, con l’affermazione del neoliberismo e la liberalizzazione in tutti i settori.

Evidentemente questo cambiamento radicale ebbe un’ influenza negativa sul SP, a causa della riduzione delle spese statali, delle quali anche esso è una posta importante.

La nuova tendenza meno-statista prese forza anche in Svizzera e in Ticino: quasi tutti i settori del SP ne furono toccati.
In questo clima politico di chiaro spostamento a destra nacque, per tentare di arginare le proposte di misure neoliberiste, la nostra associazione. La quale dovette affrontare notevoli difficoltà, in primo luogo di ordine politico:

  • Alla fine degli anni ’80, favorita da questa clima, si ebbe la fondazione, e dopo poco tempo, il rafforzamento della Lega, che prese a bersaglio preferito, in un’ottica qualunquistica, l’ente pubblico a tutti i livelli e i relativi oneri finanziari;

  • Si verificò pure uno spostamento a destra dei partiti storici: di significativa rilevanza quello del PLRT, cioè del partito che aveva fondato lo Stato a livello federale e guidato per lunghi decenni il nostro cantone, e in questo contesto fu promotore del SP. Questa malaugurata mutazione provocò la pratica scomparsa dell’ala di sinistra di questo partito, a privilegio di una mentalità liberistica e privatistica, con poca attenzione per il SP (e in genere per i ceti più deboli). Trasformazione ancora recentemente confermata: si considerino tra l’altro l’ iniziativa parlamentare del PLRT per diminuire le imposte ai maggiori contribuenti, a livello cantonale, e a quello federale le inequivocabili dichiarazioni del nuovo presidente PLR favorevole a una politica ancora più a destra di quella attuale.

  • Ne consegue che solo la sinistra (con alcune eccezioni) si occupa attivamente del SP, pur dovendo affrontare anche le difficoltà per mantenere la sua presenza nelle istituzioni, vista la svolta nell’elettorato.

  • E’ logico che questa nuova situazione si è ripercossa sulla composizione politica del nostro Comitato, peraltro senza un sostanziale cambiamento negli indirizzi fondamentali della nostra associazione.


Alti e bassi nella nostra attività

Questo conflitto fra stato e meno-stato (che ovviamente ci ha visti schierati sempre da una sola parte) ha determinato le nostre prese di posizione, con esito alterno:

  • Politica energetica: abbiamo osteggiato la liberalizzazione del mercato dell’energia, senza ottenere soddisfazione. Positivo invece il nostro intervento a favore del mantenimento di aziende elettriche comunali, segnatamente quella di Mendrisio;

  • Ferrovie e posta: a seguito della politica filo-privatistica delle autorità federali, auspichiamo il ritorno alle regie federali. Nelle FFS è diminuita la qualità del servizio. La Posta ha proceduto alla chiusura di molti uffici, nonostante molte proteste della popolazione e di Comuni, e ultimamente, per sottolineare la sua impostazione neoliberistica, ha proposto di privatizzare Postfinance.

  • Ospedali: l’ EOC, la sua attività e la sua organizzazione sono stati condizionati dal finanziamento pubblico alle cliniche private, secondo una legge federale del 2009, che ha acuito la concorrenza con l’EOC. E’ d’altro canto da sottolineare con piacere l’esito positivo della vicenda del Cardiocentro, conglobato, come negli accordi iniziali, nell’ente cantonale.

  • Trasporti pubblici: fortunatamente è stato di particolare rilevanza un cospicuo stanziamento pubblico del 2015, per 290 milioni, che ha permesso di avviare un suo deciso potenziamento. Già si è potuto constatare un aumento delle corse nelle varie linee ticinesi.


Votazioni popolari e parlamentari

  • I cittadini svizzeri hanno respinto due importanti iniziative. E’ stato purtroppo ribadito il NO popolare all’istituzione di una Cassa Malati unica pubblica a livello federale: si prosegue pertanto con il sistema delle CM private, che provoca non poche critiche e anche oneri maggiori a carico degli assicurati.
    Sono pure state respinte sul piano federale due iniziative tendenti a una tassazione più equa e favorevole ai redditi più modesti (l’ultima votazione è recentissima). Si è così persa l’occasione di ridurre la forbice tra redditi alti e bassi, che continua a crescere, con profondi disagi sociali.
    Nel nostro cantone, è appena stata approvata dal popolo l’introduzione del “ referendum finanziario obbligatorio “ per spese eccedenti un determinato importo. Criticabile sul piano costituzionale, questa modifica introduce un ulteriore freno alle spese pubbliche, che sarà di pregiudizio anche al potenziamento del SP.
  • Si sono però verificati anche esiti positivi. I cittadini ticinesi hanno respinto nel 2016, come da noi auspicato, la modifica dell’EOC, che prevedeva parziali privatizzazioni.
  • Quelli svizzeri hanno respinto nel 2019 l’iniziativa per la soppressione del canone televisivo, che sarebbe stata letale per la TV pubblica .

Pubblicazioni

E’ continuata l’attività di pubblicare opuscoli su temi di particolare importanza e attualità per il SP. Da citare:

  • Pubblico e privato (2010), dove si precisano alcuni fondamentali principi del SP
  • La SSR un servizio pubblico fondamentale (2015);
  • 2000 -2020 , Vent’anni controvento (2020) sui primi 20 anni della nostra attività
  • L’EOC: un ruolo fondamentale nella sanità ticinese (2021) ad opera di un gruppo di medici (coordinato da G. Pestoni) confluito due anni fa nella nostra associazione e che ha notevolmente rafforzato la posizione dell’ASP in merito alle questioni ospedaliere e in genere sanitarie.


Ringraziamenti

Con molto piacere porgo sentiti ringraziamenti a tutti coloro che mi hanno aiutato in modo qualificato e determinante nel mio compito alla testa dell’associazione:

  • Ai soci dell’ASP, per la loro fedeltà e per i contributi che permettono la nostra attività, nonché per la loro fedeltà quali nostri membri.

  • Ai membri del comitato per lo loro collaborazione fattiva. Le nostre decisioni, frutto di discussioni costruttive, hanno sempre trovato un accordo chiaro. I nostri lavori sono stati caratterizzati da un ottimo ambiente di lavoro, che ha facilitato il compito del presidente.

  • Ai due vice-presidenti, per il sostegno che ho ricevuto in determinate contingenze.

  • Al segretario, fondatore dell’ASP, che ne è diventato il motore. E’ stato lui all’origine della maggior parte delle nostre iniziative, nonché attento e preciso redattore delle nostre prese di posizione, poi discusse in comitato. Senza l’apporto di Graziano Pestoni, la mia presidenza non sarebbe stata possibile nelle modalità secondo le quali si è svolta.

  • A Paola Orsega, che ha curato in modo impeccabile l’andamento finanziario e molte mansioni amministrative, dimostrandosi una preziosa collaboratrice.

  • A Ivan Miozzari, che ha riveduto, aggiornato e reso efficacemente operativo il nostro sito online

Le prospettive e il futuro dell’ASP

Le prospettive sono strettamente legate all’opera fin qui svolta, nel senso che va continuata la lotta contro le concezioni privatistiche, neo-liberali e contrarie all’ente pubblico, sostenendo l’azione di quest’ultimo e possibilmente potenziandola. All’orizzonte, ci sono minacce, identificabili soprattutto in tassative ed estreme proposte dell’UDC contro gli enti pubblici, sia in sede federale che cantonale. Ma non solo: esistono anche altre proposte politiche, più moderate ma non meno dannose per il SP.

In questa ottica, abbiamo spesso parlato di ringiovanimento dei nostri ranghi, oggetto di discussioni nel Comitato. La conclusione è che questo fine non è facilmente raggiungibile, in quanto, ad eccezione dei giovani politicamente impegnati a sinistra, in generale le nuove generazioni hanno altri interessi, meno indirizzati all’interesse pubblico e alla collettività: in questo senso agisce anche l’ondata meno-statista, sempre presente.
Inoltre i giovani sono sicuramente meno attratti, rispetto alle precedenti generazioni, dall’attività delle associazioni; essi preferiscono altre modalità per impiegare il tempo libero, ed altri mezzi di comunicazione (informatica, internet, social-media, ecc.)

Nonostante ciò, merita comunque di insistere per un reclutamento dei giovani, intensificando l’impegno di tutta l’ASP. In questo contesto, si potrà meglio sensibilizzare l’opinione pubblica, che troppo spesso non è sensibile all’importanza che ha, e soprattutto avrà, il SP nel futuro della nostra società. Non dobbiamo infatti dimenticare che il SP, come lo Stato del quale è l’espressione, appartiene a tutti noi, quali cittadini. Occorre quindi valorizzarlo, proseguendo l’opera iniziata 21 anni fa. Porgo quindi a chi rimane ad operare il più caloroso augurio di buon lavoro.

Diego Scacchi