La pubblicazione, da parte dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico, dell’opuscolo “L’EOC: un ruolo fondamentale nella sanità ticinese” sta suscitando reazioni, comprensibili, ma non sempre molto corrette.

Tra quest’ultime rileviamo lo scritto di Giancarlo Dillena, presidente delle cliniche private (CdT 3.9.2021). Per Dillena la concorrenza è fondamentale. Dimentica che la concorrenza, anziché ridurre i costi della sanità, li aumenta. Dillena poi critica l’Associazione: essa descriverebbe la realtà in “modo ambiguo e ingannevole”. Ne ha evidentemente il diritto. Ma quanto afferma non è conforme alla realtà.

L’Associazione ha sempre svolto il suo lavoro in modo paziente, attento e rigoroso. E lo ha fatto anche in questa occasione. Si è impegnata in difesa del servizio pubblico, poiché un servizio pubblico di qualità significa una migliore qualità di vita e rapporti di lavoro più rispettosi. È anche grazie al lavoro dell’Associazione se molti settori importanti sono rimasti pubblici: pensiamo all’AET, a BancaStato, all’Istituto delle assicurazioni sociali. Come affermava Argante Righetti, cofondatore dell’Associazione e primo presidente, “non si può espropriare lo Stato di funzioni essenziali, né si può assegnare la polpa al settore privato e gli ossi al settore pubblico”.

Diego Scacchi, attuale presidente dell’Associazione, da parte sua ricordava recentemente che la nostra Associazione “prese vita per difendersi da coloro che volevano combattere lo Sato, togliendogli competenze e compiti , e ciò a detrimento di buona parte della cittadinanza”. Questi concetti hanno grande valore, a maggior ragione, nel settore ospedaliero, dove le leggi del mercato non permettono il rispetto dei principi della solidarietà e dell’universalità delle cure e non permettono neppure il controllo dei costi . È legittimo quindi mettere in evidenza che cliniche private e ospedali pubblici ricevono gli stessi contributi finanziari, ma non hanno gli stessi doveri. Una clinica, contrariamente all’ospedale pubblico può, per esempio, scegliere i settori redditizi e perfino gli ospiti.

In ogni modo, lo scopo della pubblicazione dell’Associazione non consisteva nel criticare le cliniche, bensì quello di attirare l’attenzione sul ruolo fondamentale dell’ospedale pubblico. Dopo anni in cui l’EOC è stato sottoposto a cure dimagranti e a tentativi di privatizzazioni, esso necessita infatti di una rinnovata attenzione: va migliorata la presenza sul territorio e rafforzato il concetto di multisito, va riformato il pronto soccorso per evitare attese, vanno migliorate le strutture organizzative. Ricordo che in passato , in Ticino, malgrado la presenza di molte strutture ospedaliere, prevalentemente private, era corrente affermare che “il miglior ospedale ticinese era il treno per Zurigo”. Solo la creazione dell’Ente ospedaliero cantonale, nel 1982, ha consentito di disporre di strutture ospedaliere di alta qualità. L’Associazione ritiene che esse sono preziose, e vanno pertanto salvaguardate.

Graziano Pestoni, segretario Associazione per la difesa del servizio pubblico