Organizzata dall’Associazione per la difesa del servizio pubblico, la serata è iniziata con una presentazione da parte del Consigliere Nazionale Bruno Storni e dell’evoluzione del mercato elettrico in Svizzera e in Ticino.

Si può constatare che la promessa diminuzione dei prezzi nel mercato (semi)liberalizzato non si è verificata. Anzi, nel 2022 si è assistito a rincari enormi che hanno messo in serie difficoltà le grandi aziende di produzione e distribuzione così come le aziende grandi consumatrici di energia. Queste hanno bisogno innanzitutto di una stabilità e di una prevedibilità dell’evoluzione dei prezzi, l’esperienza della volatilità attuale e futura ne avrà indotto più d’uno a ricredersi sui vantaggi della liberalizzazione.

Alcune aziende saranno indotte a chiudere o a delocalizzare la produzione. Nemmeno i piccoli consumatori vincolati alla loro azienda di distribuzione non hanno conosciuto diminuzioni di prezzo negli scorsi anni. Pure loro in futuro dovranno subire aumenti rilevanti in quanto le aziende regionali di distribuzione sono anch’esse entrate nella compravendita sul libero mercato dei grossi consumatori subendone i contraccolpi.

Vi sono però delle incongruenze difficili da giustificare. La SES ad esempio vantava ai suoi clienti un prodotto denominato Tiacqua con elettricità prodotta interamente da acqua ticinese. Come spiegare un aumento per il 2023 della tariffa da 8.7 a 12.65 ct (+46%) il Kwh quando il costo di produzione degli impianti idroelettrici ticinesi si situa sui 4.5 ct e non è aumentato? Altro dato sorprendente, il CF ha deciso la creazione di una riserva da utilizzare nel periodo invernale acquistando 400 Gwh di energia idroelettrica dei bacini montani al prezzo di 74 ct il Kwh, quando il costo di produzione è di 6 ct il Kwh. Difficile immaginare effetti più negativi della liberalizzazione, che stanno suscitando anche reazioni a livello politico.

Secondo relatore, l’ing. Samuel Bontadelli, ex membro della direzione di Repower e attuale consulente in materia energetica per le aziende, ha presentato un interessante quadro dell’energia, a livello mondial, europeo e svizzero. Tra i dati più rilevanti: l’82% dell’energia totale consumata nel mondo è fossile, di cui 24% gas. A livello europeo l’energia di origine fossile rappresenta il 71%, di cui 25% gas. In Svizzera i valori si situano rispettivamente al 59% fossile, di cui 15.4% gas, spiegabile con la forte componente idroelettrica in un paese alpino.

Interessanti anche i dati sulla produzione di elettricità. Nel mondo il 61% è prodotta a partire da fonti fossili, di cui 23% è rappresentato dal gas. In Europa il 37% dell’elettricità è di origine fossile, di cui 20% gas, mentre in Svizzera solo l’1.9% è prodotta con combustibili fossili, il resto è idroelettrico, nucleare, fotovoltaico, biomassa e eolico. Il libero mercato non presuppone e l’assenza di regole. L’UE definisce regole, così come i singoli Stati. Per esempio l’allineamento dei prezzi a quello del gas ha comportato nel 2022 l’esplosione dei prezzi di tutte le energie, causando gravi conseguenze nell’economia, in particolare per le aziende forti consumatrici di energia.
In sostanza è stata una serata interessante, con una bella partecipazione di pubblico e che si pensa di replicare prossimamente nel Sottoceneri.