L’attuale situazione europea del mercato libero dell’energia elettrica pone in risalto un fatto del tutto irrazionale: i prezzi di vendita dell’elettricità non hanno più nulla a che vedere con i costi di produzione e di distribuzione, ma sono influenzati dalle regole cervellotiche immaginate dall’UE (“sistema di prezzo marginale”) e dall’entrata sul mercato di operatori finanziari estranei al settore produttivo energetico, irruzione resa possibile proprio dalla scelta di liberalizzare il mercato dell’elettricità.

Nell’epoca dei monopoli pubblici, l’approvvigionamento elettrico era compito degli ingegneri, nell’epoca del libero mercato il predominio è dei finanzieri, con gravi squilibri per i consumatori finali, famiglie e imprese.
Il mercato dell’energia ha caratteristiche molto particolari e uniche, in quanto la produzione e il consumo devono costantemente coincidere. Se i produttori dispongono di una clientela garantita, sono in grado di prevedere l’evoluzione del consumo con margini di certezza maggiori e possono programmare più efficacemente la produzione. Anche la stipula di contratti vendita e di acquisto a breve, medio e lungo termine diventa più stabile e prevedibile. Un mercato liberalizzato può offrire prezzi più convenienti solo in presenza di energia abbondante, condizione sempre meno probabile nel futuro, a prescindere dalla congiuntura internazionale attuale.

L’assemblea dell’ASP chiede pertanto:
la rinuncia alla liberalizzazione del mercato per i grandi consumatori e il rinvio sine die del progetto di liberalizzazione per i piccoli consumatori, tenendo presente che il rientro dei grossi consumatori (più di 100 MWh annuali) non comporti inopportuni aggravi per i consumatori vincolati.
di mantenere l’attuale struttura di aziende sostanzialmente di proprietà pubblica, di cantoni e comuni, guidate non più come avviene oggi dall’obiettivo prioritario di massimizzare i profitti, bensì privilegiando la finalità di servire il paese e gli utenti nel modo più efficace e più equo. Auspichiamo inoltre che le aziende regionali e comunali ticinesi di distribuzione e produzione collaborino strettamente con l’AET nella programmazione degli investimenti, della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica in quanto strumento in grado di rafforzare un polo energetico cantonale.
chiede inoltre che nelle trattative necessarie con l’UE sul commercio internazionale dell’energia, la Svizzera rifiuti decisamente l’imposizione della liberalizzazione del mercato, tanto più che voci critiche sulla attuale regolamentazione europea si stanno rafforzando in seno all’UE stessa.

L’attuale situazione di marasma del mercato internazionale dell’energia mostra quanto sia stato negativo affidarsi alla libertà di mercato nel settore energetico e in particolare in quello dell’energia elettrica e induce a prendere in considerazione una decisa inversione di rotta.

Bellinzona, 12 novembre 2022